Un bacio è un atto psicomagico?

Com’è stato il tuo primo bacio?

Io non lo ricordo nei dettagli. Ho un’immagine vaga e annebbiata, non tanto del momento in sé, quanto del dopo, delle sensazioni che ha provocato dentro di me. Il ragazzetto che era con me non è nella parte nitida del ricordo. Quello che spicca, piuttosto, è la sensazione di sentirmi grande, adulta, di aver conquistato qualcosa. Sensazioni che hanno poi lasciato spazio al disagio quando, tornando a scuola, ho scoperto di essere una delle poche ad aver dato il primo bacio. Quel senso cambiò di nuovo quando ne parlai con un’altra di quelle poche. Ma qualcosa mi aveva già definita dentro e confusa fuori. Una sensazione che, in futuro, avrei provato molte volte.

Se chiudi gli occhi e visualizzi quel momento, cosa senti?

Un’emozione o un volto che affiora?

C’è tenerezza o vergogna?

Disgusto o eccitazione?

Se ci pensi, anche se non ricordi il primo, ma quello più significativo, quanto ha segnato la storia della tua vita?

Da quell’approccio ti sei scoperta disinibita o impacciata? Questo ha aumentato o diminuito la tua autostima?  La persona che era con te ti ha fatta sentire a tuo agio o ti sei sentita usata? Dopo è stato bello o ti sei sentita tradita?

Le domande potrebbero essere infinite…Ma ciò che conta è che, in un modo o nell’altro, quel gesto ha tracciato una strada, da cui sono nati altri sentieri, altri baci, forse persino l’immagine di chi sei oggi.

 

Un bacio.

Labbra sulle labbra, sulla guancia, su una testolina o su una mano.

Quanti significati può assumere nel linguaggio non verbale?

I gesti si trasmettono in silenzio, modellati dal contesto culturale e dal tempo.

Basti pensare ai diversi significati che il bacio assume come saluto o segno di rispetto in giro per il mondo.

 

Ricordo un viaggio in India.

Ero distesa su un prato, in un giardino pubblico, con il mio compagno di allora.

Tra una chiacchierata e l’altra, presi dalla leggerezza del momento, ci scambiammo un bacio sulle labbra. Come una doccia d’acqua gelida, un urlo e il fischio improvviso di un agente, nascosto tra i cespugli, ci colpirono all’improvviso.

Era un uomo basso, con baffi lunghi, una divisa sbiadita e la postura di chi interpreta un ruolo più che esercitarlo. Una maschera che generava al tempo stesso imbarazzo e un certo senso di comicità surreale.

 

In India, i baci pubblici sono ancora evitati per motivi culturali e religiosi, sebbene le nuove generazioni stiano lentamente cambiando le regole.

Noi europei, invece, siamo abituati ai baci sulle guance tra amici (uno, due, anche tre!) e ai baci sulle labbra anche per strada o nei luoghi pubblici. I significati del bacio sono tanti, e cambiano da cultura a cultura:

  • In Russia e nei Paesi slavi, il bacio tra uomini può essere un segno di rispetto o di fratellanza.
  • In Giappone e Corea, i baci in pubblico sono rari: si preferisce l’inchino come forma di rispetto.
  • In Tibet, anticamente, tirare fuori la lingua era un gesto di saluto, simile a un bacio simbolico.
  • In alcune tribù dell’Africa subsahariana, il bacio non è un gesto affettivo: l’amore si esprime toccando la fronte.

Anche l’intenzione e i tipi di baci sono svariati:

Il bacio alla francese è simbolo di passione e intimità; il bacio sulla fronte è gesto di protezione, tenerezza, amore spirituale; il bacio sulla mano, in contesti formali, rappresenta rispetto e galanteria; il bacio sacro, in molte religioni, si esprime baciando oggetti sacri: icone, testi, altari

Questi esempi ci mostrano che il bacio è un simbolo che “parla” all’inconscio. Tutto ciò che manda un messaggio alla mente, può modificare il nostro pensiero e ciò che può cambiare il pensiero… può cambiare la vita.

Se un gesto simbolico riesce a trasformare uno schema che ci crea dolore mentale o fisico, quello è un atto psicomagico.

Pensiamo al bacio di Giuda. In questo caso il bacio è un messaggio chiaro e definitivo, non solo per chi lo riceve, ma anche per chi lo dà: segna l’identità del traditore.

È come se il subconscio di chi bacia si schierasse, scolpendo l’anima.

Modella l’uomo, lo definisce come lo scalpello che libera l’opera dal marmo che la trattiene.

Allo stesso modo, il bacio può anche denudare l’anima e guarirla, togliendo la superficie e tornando all’essenza.

 

Mi viene in mente l’opera di Jago, “Habemus Hominem”. Direte: che c’entra? C’entra. Eccome.

Nel 2012, il giovane scultore, già noto per il “Figlio Velato”, crea un busto ufficiale di Papa Benedetto XVI, completo della veste pontificia.

Poi, in un gesto artistico e simbolico radicale, “spoglia” il papa, rimuovendo dal marmo ogni elemento ecclesiastico e rivelandone il corpo nudo sottostante.

“Habemus Papam” (“abbiamo il papa”) diventa “Habemus Hominem” (“abbiamo l’uomo”):

ritorno all’umanità, alla fragilità, alla verità del corpo sotto il ruolo.

Jago ha “denudato” simbolicamente l’essere umano ha fatto un atto, non solo un’opera, un gesto che parla di potere, identità, rivelazione.

Questo è un atto psicomagico e il bacio nella stessa misura, se vissuto con piena intenzione, può diventare un vero atto psicomagico

Cos’è un atto psicomagico?

Può sembrare qualcosa di esoterico e in parte lo è.

Ma è anche sostenuto da elementi psicologici ben documentati: Le profezie autoavveranti (dalle quali A. A. Schutzberger ricava una teoria transgenarazionale che pare magia) ; l’intenzionalità o l’effetto placebo.

Siamo abituati a escludere ciò che non ha basi scientifiche visibili.

Ma l’esperienza soggettiva e simbolica ha un potere reale.

Pensa a questo esempio:

Una boccetta d’acqua, tenuta in borsa, se creduta contenere una sostanza calmante, può davvero placare uno stato d’ansia, proprio come uno Xanax.

Non è magia. È la mente che abbraccia, interpreta un simbolo.

Il paziente si affida, attiva una risposta interiore, rompe uno schema mentale, ed emerge una nuova possibilità di affrontare la paura.

Allora chiediamoci: se funziona… perché non considerarla una via valida? L’obiettivo finale non è forse stare meglio?

In questo senso, l’atto psicomagico, attraverso la fede simbolica in ciò che si fa può dissolvere tensioni emotive, mentali e persino fisiche. È un’azione concreta piena di senso invisibile. In questo senso, l’approccio di Alejandro Jodorowsky, padre della psicomagia, ci insegna a parlare all’inconscio attraverso gesti simbolici che liberano blocchi, traumi, memorie profonde.

Esempi di baci psicomagici

  • Baciare una cicatrice: accettare la propria storia
  • Baciare simbolicamente una lettera mai inviata: chiudere un ciclo emotivo
  • Baciare una foto di sé da bambina: nutrire l’amore verso se stessi
  • Baciare un oggetto prima di seppellirlo: lasciare andare un ricordo doloroso

Sono gesti semplici, ma se strutturati con piena intenzione, possono cambiare il nostro presente.

Un atto psicomagico non deve essere spettacolare. Deve essere vivo, sentito, reale per chi lo pratica e perchì si affida.

Un giorno diedi un bacio a mio padre, un uomo poco avvezzo ai gesti d’affetto.

Fu come rovesciare un vulcano: la sua rigidità si sciolse improvvisamente in lava calda, e divenne figura umana e viva.

Forse avrei dovuto continuare, ritualizzare quel gesto. Ma le relazioni sono complesse.

Ho imparato che, davanti all’inaspettato, possiamo solo aprirci.

 

Pensiamo ad un altro gesto artistico :

la celebre fotografia di Robert Doisneau , Paris 1950, che rappresenta un bacio appassionato.

Doisneau non fotografò la realtà.

Fotografò come avrebbe voluto che fosse: un bacio pubblico, tenero, ribelle.

Una messa in scena. Un atto teatrale. Un atto psicomagico.

Con quell’immagine, Doisneau ha creato un mondo dove si sarebbe sentito al sicuro.

Un mondo con la tenerezza che sperava di ricevere.

E ha lasciato al mondo un’opera immortale, che ancora oggi ci ricorda:

Non arrenderti alla freddezza. Non arrenderti all’abbandono e fidati della bellezza.

Come scrive Pier Vittorio Tondelli in “Biglietti agli amici”:

Vedere il lato bello, accontentarsi del momento migliore, fidarsi di quest’abbraccio e non chiedere altro perché la sua vita è solo sua e per quanto tu voglia, per quanto ti faccia impazzire non gliela cambierai in tuo favore. Fidarsi del suo abbraccio, della sua pelle contro la tua, questo ti deve essere sufficiente, lo vedrai andare via tante altre volte e poi una volta sarà l’ultima, ma tu dici stasera, adesso, non è già l’ultima volta? Vedere il lato bello, accontentarsi del momento migliore, fidarsi di quando ti cerca in mezzo alla folla fidarsi del suo addio, avere più fiducia nel tuo amore che non gli cambierà la vita ma che non dannerà la tua perché se tu lo ami, e se soffri e se vai fuori di testa questi sono problemi solo tuoi; fidarsi dei suoi baci, della sua pelle quando sta con la tua pelle, l’amore è niente di più, sei tu che confondi l’amore con la vita.”

Un bacio, oggi, è un atto rivoluzionario.

In un’epoca in cui facciamo l’amore con la mente prima che con il corpo, dove il contatto non è più scontato, baciare può essere un atto sacro, trasformativo, psicomagico.

Il primo bacio ci ha modellato.

Ma possiamo scegliere ogni giorno come baciare il presente, liberarci dai legami invisibili del passato, creare nuove verità con le nostre labbra, i nostri gesti.

Non siamo forse opere d’arte nascoste, blocchi di marmo non ancora scolpiti?

Fotografie sfuocate, parole non dette per paura di essere troppo?

Non siamo forse baci non dati o troppo facilmente regalati?

O sì… siamo anche questo con le sono le solite pippe mentali di noi donne!

 

Nataly Write

 

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